Adesso ce l’hanno duro con mamma orsa
Brandiscono la spada come Alberto da Giussano che portano sulla spilletta. Ma qui la lotta con è con Federico Barbarossa ma con una creatura che difendeva i suoi piccoli. Processare l’orsa serve a stabilire che l’uomo è superiore ad ogni altro animale. I seguaci di Alberto aiutano a ribadirlo.
Sono bastate quattro sbarre ed un po’ di frutta per catturare rapidamente un madre orsa. Eh si perché a catturare un animale nei boschi basta una notte, per un mafioso a casa sua ci vogliono trent’anni.
Così la spada giustizialista del nordico del Trentino puo’ erigersi con orgoglio a consumare vendetta su quelle centinaia di chili tremanti.
Del resto Alberto Da Giussano il leggendario artefice della battaglia di Legnano, finito nelle spillette a bordo giacca dei leghisti, non brandiva la spada ?
Solo che Alberto si scontrò con Federico Barbarossa, qui la lotta è con JJ4. Un acronimo, pare il nome di un farmaco, è una madre.
Una madre terrorizzata che per difendere i suoi piccoli ha ucciso un runner che avevo deciso di corrergli nel bosco.
Catturata la madre, ma siamo stati clementi, abbiamo lasciato liberi i tre cuccioli che erano con lei al momento della cattura.
Sperando ovviamente che non mordano. Questa cosa che gli animali mordono è fastidiosa … non si capisce perché lo fanno.
E così l’implacabile giustizialismo del successore di Alberto troverà pace abbattendo la creatura. Con buona pace della Provincia Autonoma di Trento campione mondiale del turismo.
A cosa servirà quest’ebete processo all’orso ?
Certo non ridarrà la vita a quel povero runner, non servirà d’esempio ad altri madre orse che dovrebbero capire che chi gli corre vicino in tuta e borraccia non è pericoloso come uno con stivali e fucile, eppure servirà.
Servirà a ribadire chi comanda.
Servirà a stabilire in questa relazione malata con il creato chi ce l’ha veramente duro, per utilizzare questo becero motto di leghista estrazione che imbarazza pure scriverlo.
Eh già, perché l’uomo è superiore a qualunque altro animale cantava Edoardo Bennato.
E non si permettano i felini nella giungla, i caimani nei fiumi, le vipere nei campi, voglio aggiungerci quelle stronze di meduse al mare.
Perché il mondo è nostro ed i seguaci di Alberto ci aiutano a capirlo.