“Il convivio di Eolo” apre la stagione alle Eolie nel nome della cucina contadina e marinara
Progetti di promozione della cultura eoliana del buon cibo è quanto si propone la neonata Associazione Ristoratori Isole Eolie (A.R.I.E.) che con un pranzo/evento “Il Convivio di Eolo“, ha simbolicamente aperto la stagione turistica attraverso un percorso del gusto tra tradizioni, esaltate e rivisitate dagli chef locali riuniti nell’ultracentenario ristorante Filippino di Lipari.
Un punto di riferimento culinario dell’Arcipelago nato all’inizio del novecento, con Maria Luisa Travagli, conduttrice a Lipari della trattoria Belvedere, che dopo il matrimonio con il mercante marchigiano di stoffe Cesare Bernardi, si trasformò nel 1910 in ristorante poi denominato Filippino, con la gestione di Filippo Bernardi.
La cucina eoliana, è una perfetta commistione di tradizioni contadine e marinare, che la rende unica nel suo genere; i piatti infatti richiamano il profumo del mare ed i colori tipici del paesaggio con l’uso costante e sapiente delle erbe odorose che riempiono ogni piatto di fragranza, di nascoste sensazioni, di umbratili umori: il rosmarino, l’origano, il basilico, l’aglio, la nepitella, la menta uniti alla scorza dei verdelli, ai pomodorini “a pennula” e, ovviamente, al cappero
A Panarea ad esempio un tempo si panificava in casa realizzando i cataneddi d’uorgio, ciambelle d’orzo, che una volta cotte venivano “caliate”, tostate e ammorbidite condendole con pepe, aglio, pomodorini mpiennula origano e aggiungendo capperi ed i cucunci. Un alternativa era la ciambella di Basiluzzo, un pane tradizionale affettato e condito che spesso accompagnava un altro piatto vintage, le ova a niputiddata, uova alla Nepitella, associate alla particolare erba aromatica selvatica tritata e addizionata con pomodorini maturi .
Indiscusso protagonista nei piatti tipici delle Isole Eolie è il pesce che annovera l’antica ricetta delle bbadduo’ttuli d’opi, polpette di boghe, realizzate con un impasto amalgamato con l’uovo e pane grattugiato, pecorino, sale, pepe, prezzemolo, boghe tritate e poi bollite in brodo. I totani secchi erano invece preparati aperti e salati per essere essiccati al sole dei “cannizzi” e in inverno si gustavano soffriggendoli con cipolla, sedano, i pomodorini a grappolo e patate. Da queste radici gastronomiche sono maturare ricette più moderne, adeguate ai gusti dei turisti, mantenendo il legame al territorio specie per i primi piatti, come le mezze penne ai profumi dell’orto, gli spaghetti al sugo di aragosta, quelli al granchio di fondale, i maccheroncini di casa, la pasta con le patelle, i molluschi monoalva che si attaccano alle rocce affioranti, o la pasta col nero di seppia, con acciughe e menta o le mezze penne all’eoliana, con capperi, olive verdi, mandorle, prezzemolo aglio ed olio immerse nel sugo di pomodoro. Ed ancora gli spaghetti cu rungo, il pesce grongo che di giorno si rintana e la notte esce a cercare cibo e con il quale si prepara un sughetto con cipolla aglio, pomodori olive bianche capperi, prezzemolo, olio, sale e pepe. Per i pesci si va dalla cernia in umido, agli involtini di cernia al sugo, alla zuppa di scorfano, al mupo al forno, al pesce spada marinato o alla griglia, al tonno con salsa di pomodoro, ai totani ripieni, fritti o alla brace. Tra le carni una particolarità eoliana è il coniglio cucinato al sugo con patate, in agrodolce o alla cacciatora mentre la caponatina eoliana, i pomodori secchi, l’insalata di capperi, o la frittata di asparagi selvatici sono accostamenti gustosi di verdure ed ortaggi per accompagnare i piatti con qualità nutritive equilibrate.
La storia enogastronomica delle isole Eolie è poi storia di malvasia giunta sull’isola di Salina con i veneziani che impiantarono il prezioso vitigno originario dalla città greca di Monemvasia che come evidenziato dallo storico prof. Marcello Saija, fuggirono da Candia a metà del XVII secolo, e trasferirono la coltivazione di queste uve in altre regioni sulle rotte navali dei mercanti Veneti, tra cui Salina.
Una cucina quella eoliana, fortemente radicata al territorio che parla di terra e mare, con piatti ricchi di sapori, aromi e odori, in grado di soddisfare anche i palati più esigenti narrando però tradizioni locali tra il fascino di miti e leggende.