Vini e vigne: al Teatro Vittorio Emanuele celebrate le eccellenze dei due mari dello Stretto
La prima rassegna “MEdoc” promossa dall’Associazione Italiana Sommelier Sicilia, dedicate alle eccellenze enologiche tra i due mari dello Stretto, patrocinata dal Comune. Due giorni scandite da degustazioni, appuntamenti tematici e iniziative.
Due mari siciliani, il Tirreno e lo Ionio, e tre D.O.C, il Faro, il Mamertino e la Malvasia delle Lipari; eccellenze enologiche che vivono attorno a una delle più antiche città dell’Isola, Zancle, l’odierna Messina, la colonia greco-siceliota fondata tra il 750 e il 715 a.C. da cumani e calcidesi.
Vini e vigne che sono state oggetto della prima rassegna MEdoc promossa dall’Associazione Italiana Sommelier Sicilia, dedicate alle eccellenze enologiche tra i due mari dello Stretto, patrocinata dal Comune e dalla Città Metropolitana di Messina e temutasi al Teatro Vittorio Emanuele con l’obiettivo di accendere i riflettori su un territorio produttivo di incomparabile bellezza la cui viticoltura ha vissuto un rinnovato interesse solo a partire dagli anni ’80 del secolo scorso. Una due giorni scandita da degustazioni, appuntamenti tematici e iniziative dedicate alla valorizzazione e promozione di questo vocato areale produttivo. Medoc ha registrato anche un concorso enologico che ha visto impegnati i sommelier Ais per premiare le eccellenze, l’innovazione, la piacevolezza e la compatibilità gastronomica delle etichette in degustazione assegnando vari riconoscimenti alle tre Dop delle aziende partecipanti
Oltre ad essere incentrato sulla storia, il mito, le tradizioni, l’enografia e lo sviluppo delle tre Denominazioni messinesi, Medoc ha proposto una parentesi dedicata al binomio “vino e salute correlato nel cosa si beve, cosa si mangia e quanto si mangia.
Tre vini doc quindi che sono la forza di un areale ricadente nella provincia di Messina che non ha eguali e che offre un’eccellente tradizione gastronomica a fianco di cultura e bellezze naturali. Un territorio dal valore storico ed economico che fa parte del vero e proprio continente vitivinicolo della Sicilia, ove oggi, si coltivano più di 60 varietà, di cui una ventina autoctone. Tra le principali autoctone a bacca rossa: il Nero d’Avola, il Nerello Mascalese, il Frappato, il Nerello Cappuccio, il Perricone; tra le autoctone a bacca bianca: il Catarratto, il Grillo, l’Inzolia, il Grecanico, lo Zibibbo, il Moscato bianco, il Carricante, la Malvasia.
È una storia dalle radici profonde quella del vino della Sicilia che con 2.500 ore di sole l’anno e 98.992 ettari, rappresenta la prima regione vitivinicola italiana per superficie vitata e la decima nel mondo; al quarto posto in Italia per produzione complessiva con una resa per ettaro inferiore però rispetto a molte altre regioni.
Quella del Faro DOC può essere considerata una viticoltura eroica, caratterizzata dalle pendenze dei Monti Peloritani con 47 anni di storia attraverso un lavoro portato avanti da diversi produttori che nel 2002 hanno costituito il Consorzio Faro DOC. Il Consorzio Mamertino dopo il riconoscimento della DOC nel 2004 e la nascita dell’Associazione nel 2019, giunge infatti a compimento il lungo percorso di affermazione del Mamertino con la sua fondazione nel novembre 2022 Il Consorzio Malvasia delle Lipari DOC che è nato invece nel luglio 2016, rappresenta una zona molto frastagliate, 160 ettari coltivati di cui 60 a Malvasia delle Lipari ed è composto da 12 produttori.
In Sicilia oggi è di 70 il numero di varietà ad uva da vino autorizzate nel territorio della Regione Siciliana, di cui una ventina autoctone, tra cui a bacca rossa: il Nero d’Avola, il Nerello Mascalese, il Frappato, il Nerello Cappuccio, il Perricone. Tra le principali autoctone a bacca bianca: il Catarratto, il Grillo, l’Inzolia, il Grecanico, lo Zibibbo, il Moscato bianco, il Carricante, la Malvasia.
È una storia dalle radici profonde quella del vino siciliano e la rassegna al Teatro Vittorio Emanuele ha contribuito a restituire al territorio peloritano il talento storico ed economico che ha avuto in passato, oltre a quello di valorizzare generazioni di coltivatori e produttori che negli anni hanno operato per salvaguardare e far crescere tre diverse tipologie di vini.