“Richard Jewell”: L’atto d’accusa contro l’ipocrisia della società americana mette in guardia dalla fabbrica della fake news
Richard Jewell è un potente atto d’accusa verso l’ipocrisia della società americana, verso i media e la creazione delle fake news, ma anche perché Clint Eatwood è veramente un mito. A novant’anni suonati, Clint pare tra i più “giovani” autori contemporanei. Racconta la vera storia di Richard Allensworth Jewell (1962-2007). Dopo essere stato scartato dalla polizia, Jewell (strepitoso Paul Walter Hauser) presta lavoro quale addetto alla sicurezza. A un concerto, durante le Olimpiadi di Atlanta del 1996, nota una borsa sospetta sotto una panchina. Segnala i suoi sospetti alla polizia e riesce così a limitare il numero di vittime quando la bomba esplode. I media lo celebrano come eroe. Poi, quando si scopre che l’FBI lo ha identificato come possibile responsabile, gli stessi media lo indicano già colpevole. Richard si ritrova difeso solo dalla madre (Kathy Bates) e da un ottimo avvocato dall’eloquio inarrestabile (Sam Rockwell). Il personaggio principale pare da subito impacciato, ma al contempo sicuro e determinato a svolgere il proprio dovere. Non ha paura.Dopo avere interpretato tanti eroi/antieroi duri nel cinema, Eastwood pare dire che quegli eroi non esistono (più), se non sul grande schermo. Vivono solo nella finzione e nella memoria cinematografica. Non solo, Eastwood mette a fuoco il fatto che quegli stessi “eroi comuni” spesso non vengono riconosciuti. O addirittura additati colpevoli del crimine peggiore: l’assassinio terroristico. In tutto il suo cinema Eastwood ha sempre messo a fuoco nitidamente il contesto di contemporaneità, maschere e circo mediatico che circondano ogni fatto storico o di cronaca, mostrandoci che non viviamo in un mondo perfetto, ma che in questo mondo esistono eroi, mascalzoni o bestie maledettamente reali. Eastwood è stato criticato tantissimo per i suoi percorsi repubblicani proTrump ma, lui, imperterrito, in un clima di bianco e nero, denso di populismo e sovranismo, continua a dire la sua, spesse volte, anche, bacchettando le scelte politiche di Trump in tema di immigrazione e di omosessualità.