Venti milioni di euro di aiuti economici per le imprese della pesca messe alla prova dal caro gasolio e dalla chiusura della ristorazione. Con l’arrivo del fermo biologico sarà possibile arrestare le attività di pesca per un mese consecutivo nel periodo che va dal 21 marzo al 31 dicembre.
I pescatori siciliani sono in ginocchio. Il caro gasolio ha mandato in crisi l’intero settore messo già a dura prova negli ultimi due anni per le restrizioni da pandemia e per la chiusura delle attività legate al mondo della ristorazione.
Pronto a partire il fermo biologico della pesca per il 2022. E dunque ci saranno i ristori. L’annuncio è stato dato dal presidente della Regione Nello Musumeci a Selinunte. Nel piccolo borgo marinaro del Trapanese, il governatore siciliano era accompagnato dall’assessore regionale alla Pesca Toni Scilla.
“Dopo aver raccolto le istanze delle associazioni di categoria, del mondo sindacale e scientifico – ha spiegato l’assessore – ho firmato il decreto che consentirà alle imbarcazioni siciliane di effettuare il fermo biologico per il 2022. Un provvedimento snello e intelligente che va a sostegno delle imprese del settore in un momento particolarmente delicato, aggravato anche dall’innalzamento esagerato del prezzo del gasolio e che per la prima volta, di fatto, consente nell’immediato di effettuare i trenta giorni di fermo obbligatorio.
Sarà infatti possibile arrestare le attività di pesca per un mese consecutivo nel periodo che va dal 21 marzo al 31 dicembre“.
Affrontata anche la questione del gambero rosa che è stato inserito tra i gamberi di profondità.
“Un’altra notizia – ha concluso l’assessore – riguarda l’intesa, votata in commissione Politiche agricole, che consente di ripetere a livello nazionale la misura Covid che prevede aiuti economici per complessivi 20 milioni di euro, così suddivisi: 15 milioni per le imprese della pesca marittima, 3,5 milioni per il settore dell’acquacoltura e 1,5 milioni per la pesca in acque interne”.
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