Anpit, Di Masi alza la voce: “Provvedimenti fallimentari economia in ginocchio, si pensi subito a riaprire anche i ristoranti”.
La presidente dell’Anpit Sicilia denuncia lo stato di agonia del paese affossato da una crisi che non accenna a risolversi anche per incomprensibili provvedimenti come quelli che hanno colpito la ristorazione: “ Come si può pensare di far stare chiusi i ristoranti e poi tollerare zone, spiagge, dove la gente si stipa, senza mascherina, all’inverosimile?”.
Bonus e cassa integrazione sono stati un fallimento. Non servono a fare ripartire l’economia ma la tengono in coma. A parlare è la presidente di Anpit Sicilia, l’associazione nazionale per l’Industria e il terziario. Lidia Di Masi, che è anche coordinatrice del dipartimento donne e impresa di Anpit ed è componente della giunta nazionale, parla con cognizione di causa visto che è avvocato giuslavorista.
“Le imprese saranno costrette a licenziare. Il blocco non può andare avanti sine die. Sono in una situazione economica che definire disastrosa è dir poco. I provvedimenti varati sino a questo momento non conducono alla ripresa”.
Quali sono i settori più colpiti presidente…
“Non ci sono settori risparmiati. Ma prenda per esempio quello della ristorazione. I ristoranti sono in ginocchio. E, con loro, la filiera collegata. Parliamo di un esercito di lavoratori: chef, camerieri, amministrativi e poi quelli le ditte che forniscono le materie prime. Non possiamo più tenerli in questa condizione. Devono riaprire al più presto. In sicurezza… ma devono riaprire. Come si può pensare di far stare chiusi i ristoranti e poi tollerare zone, spiagge, dove la gente si stipa, senza mascherina, all’inverosimile?”.
E quindi cosa occorre fare?
“Occorre creare aree Covid free. Occorre prendere esempio dalla Grecia e dalla Canarie. Occorre creare progetti che possano portare un turismo sicuro per questi mesi estivi”.
Pensa al passaporto vaccinale?
“Si perché no. Penso anche al passaporto vaccinale. Facciamo arrivare turisti che possono mostrare questo tipo di pass. Il turismo di prossimità non può bastare. Non è la soluzione. Occorre creare qualità del servizio. Bisogna convincere il mondo che anche nel caso in cui succeda qualcosa, noi, con le nostre strutture sanitarie, siamo pronti ad affrontarlo quel qualcosa”.
E le imprese come si rifocillano?
“Glielo dico subito come. Né con i bonus un vero e proprio fallimento, né con la cassa integrazione. Sono misure che le tengono in agonia, attaccate alla macchina. Noi pensiamo invece al bonus consumi scarica tutto. Ossia chi spende nelle imprese, nei ristoranti, negli alberghi, nei negozi, tra giugno e settembre scarica il 100% fino a un tetto massimo. Si potrebbe pensare a un tetto massimo di 5000 euro da scaricare in 4 anni. Sono queste le misure che possono servire a dar fiato alle imprese. Le altre lasciano il tempo che trovano. Noi di Anpit siano pronti a sederci attorno ad un tavolo e a studiare le soluzioni migliori. Se non si fa così non ripartiamo”.