Addio alla Tv, è internet il mezzo di informazione degli Italiani. La comunicazione tra volgarità e sceneggiata politica.

Lo stile volgare di uomini di governo che rispecchia quello social è segno di declino dell’uomo pubblico. Gli italiani, malgrado la diffidenza, si informano dai cellulari, commentano e diffondono notizie in relazione anche alla loro fascia d’età.
Le ultime vicende internazionali hanno messo in luce la comunicazione volgare del Presidente Trump che rispecchia il modello dei social e quel linguaggio nella costruzione della leadership politica, che ha decretato il declino della figura dell’uomo pubblico, del politico che agisce nell’interesse collettivo, ponendo il bene comune al centro della propria azione.
Contemporaneamente si sta registra un processo di personalizzazione della politica così radicato nel discorso pubblico da renderlo ormai una sceneggiatura adottata dalla maggior parte dei protagonisti o aspiranti tali, della politica nazionale ed europea.
Tutto questo accade mentre l’Osservatorio Agcom sul sistema dell’informazione nel recente suo rapporto codifica come Internet sia divenuto il primo mezzo di informazione, nonostante il 30% degli italiani ha scarsa fiducia nei social come fonte di notizie.
A partire dal 2023 la televisione non è più il principale mezzo di informazione ed un italiano su due utilizza la Rete per informarsi, una tendenza confermata anche nel 2024. Il 50,5% di coloro che sono iscritti ad almeno un social network dichiara di venire a conoscenza di notizie e informazioni sui social prima che su altri mezzi di comunicazione. Poco più del 17% dichiara di leggere i quotidiani, mentre circa un quarto dei cittadini fruisce delle notizie dalla versione digitale dei mezzi editoriali tradizionali. Il 65,6% della popolazione esprime un livello di fiducia moderata o alta in almeno un mezzo di informazione: televisione, radio e carta stampata sono le fonti informative ritenute più affidabili, mentre circa il 30% nutre una bassa fiducia nelle notizie provenienti dai social media o dalle piattaforme di condivisione di video. Molto importante il ruolo del passaparola.
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni pubblica analizza, con cadenza annuale, le dinamiche dell’offerta e del consumo di informazione in Italia, monitora e comprendere, in chiave diacronica, le componenti del sistema informativo italiano, in un contesto di profonde trasformazioni delle modalità di generazione e fruizione delle notizie.
L’edizione 2025 ha sviluppato tre filoni di indagine: un’analisi della fruizione di contenuti informativi su tutti i mezzi di comunicazione: televisione, radio, quotidiani e internet; l’esplorazione dei temi della fiducia e dell’affidabilità, elementi centrali nel sistema dell’informazione, in grado di impattare sull’uso dei mezzi di comunicazione a scopo informativo da parte del pubblico e di modellare le percezioni e le preferenze degli individui; un’analisi dell’offerta informativa della televisione tradizionale, in particolare la sua distribuzione tra telegiornali e programmi c.d. “Extra TG” nelle principali emittenti nazionali.
Per la prima volta la televisione ha perso la posizione di leader tra i mezzi di informazione (46,5% della popolazione) con una riduzione molto forte (-21%) rispetto al 2019 in cui era il mezzo di informazione largamente più utilizzato (67,4% della popolazione). Solo il 13,3% degli italiani risulta informarsi tramite la radio, in leggero calo rispetto agli anni passati. Il fattore generazionale riveste un ruolo fondamentale nel determinare le modalità di consumo dell’informazione e tra i più giovani è prevalente la propensione ad utilizzare un solo mezzo per informarsi, solitamente internet. In rete, la visione di video e l’ascolto di notizie si affianca alla tradizionale lettura di notizie, soprattutto tra le classi più giovani della popolazione. Su tutti i mezzi di comunicazione il complesso dei programmi informativi trova un riscontro positivo da parte della popolazione. In particolare, l’analisi del dato televisivo fa emergere come i telegiornali rappresentino un traino per l’audience. Il 50,5% di coloro che sono iscritti ad almeno un social network, grazie ai sistemi di allerta e al “passaparola virtuale” nella propria rete di contatti, dichiara di venire a conoscenza di notizie e informazioni prima sui social che su altri mezzi di comunicazione.
In riferimento al consumo informativo, cliccare sul link di una notizia o mettere un like/mi piace, sono le azioni prevalentemente svolte (più del 40%); meno frequentemente le notizie sono commentate (16,9%) o si avvia una discussione in merito ad esse (6,1%). Gli ultrasessantacinquenni commentano le notizie e partecipano più attivamente alle discussioni rispetto al resto della popolazione, mentre la propensione a condividere/postare il link di notizie è simile alle fasce più giovani dai 14 ai 34 anni.
Infine, tra le modalità attraverso cui i cittadini si informano, un ruolo significativo è svolto dal passaparola, utilizzato da un cittadino su dieci, a conferma dell’importante ruolo svolto dalle relazioni personali nella diffusione delle informazioni.