Stock ittici e ecosistemi marini sono in crisi e il modello business as usual è risultato fallimentare: mantenere la pressione di pesca ai livelli attuali porterà nei prossimi 50 anni a una riduzione progressiva del pescato e dei relativi profitti, un indebolimento degli stock ittici e danni per gli ecosistemi. Per risolvere il problema le soluzioni ci sono ma vanno intraprese immediatamente per puntare ad una pesca sostenibile e al buono stato ecologico previsti dalle direttive europee. Al contrario, il prezzo che pagherebbero le comunità e l’ambiente sarebbe altissimo.
E’ questa la sintesi di un lungo lavoro di analisi portato avanti dal progetto SAFENET (Sustainable Fisheries in Mediterranean EU waters through networks of MPAs) finanziato dalla Commissione europea, a cui collabora anche il WWF, per trovare soluzioni al problema della sovra-pesca che siano basate su strumenti di gestione dello spazio marino nell’area del Mediterraneo nord-occidentale.
“Il 2020 è un anno chiave per fermare e invertire la rotta che sta portando al degrado della biodiversità. Il valore del progetto Safenet sta nell’aver identificato possibili soluzioni attraverso delle simulazioni di diversi scenari di gestione della pesca. Misure di riduzione dello sforzo di pesca e protezione dello spazio marino sono i pilastri fondamentali di questo percorso che va intrapreso immediatamente – ha dichiarato Giulia Prato, Marine Officer del WWF Italia – Le analisi suggeriscono che le soluzioni per portare benefici all’ambiente e ai pescatori ci sono e che sono almeno 6 i passi necessari per ottenere effetti positivi su alcuni stock ittici oggetto sia della pesca a strascico che della piccola pesca ma anche sulla salute degli ecosistemi marini”.
I 6 passi da seguire sintesi :
Istituire reti di AMP ecologicamente connesse per ottimizzare i benefici della pesca e degli ecosistemi
Aumentare le dimensioni delle aree a protezione integrale nelle AMP per ottimizzare le catture
Perseguire gli obiettivi di rendimento massimo sostenibile (MSY) per ripristinare le specie costiere
Istituire aree di protezione integrale nelle zone di crescita e riproduzione del nasello per garantire catture a lungo termine
Gestire la pesca ricreativa per proteggere le specie vulnerabili
Coinvolgere gli stakeholder nella cogestione per ottenere una pesca sostenibile e migliorare l’efficacia delle AMP
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