La nostra identità ? È più nella Nutella che nel Metaverso.

Ferrero batte Zuckerberg che teme il flop per la sua nuova creatura mentre la merenda piemontese conquista il pianeta. L’intelligenza artificiale non riesce a scalare velocemente la vetta. Il “cittadino- prodotto” alle prese con le incognite del futuro ivi compresa la “controllocrazia”.
E’ accaduto quello che nessuno si aspettava: la Nutella ha battuto Facebook. Il Corriere della Sera, in un articolo di Christian Benna, riporta numeri e cifre di questo sorpasso. Mentre tutti sono concentrati sul mondo virtuale, sul Metaverso e l’intelligenza artificiale, la dolcissima merenda piemontese conquista il pianeta.
Infatti, la classifica dei miliardari di Bloomberg mostra chiaramente gli attuali problemi di Zuckerberg, poiché il Metaverso continua a perdere incassi e gli azionisti sono sul piede di guerra. Intanto, la Ferrero viaggia verso nuovi orizzonti, ottenendo nuovi record.
I dati ci dicono che: “Giovanni Ferrero, ceo della multinazionale di Alba, figura al 25esimoposto degli uomini più ricchi del pianeta: un guadagno di 38,9 miliardi di dollari, circa tre miliardi in più rispetto all’anno scorso. Zuckerberg si posiziona 28esimo con un incasso di 38,2 miliardi”. A perdere tanti bei dollari sono anche Elon Musk (-66 miliardi) e Jeff Bezos(-65 miliardi).
Il Metaverso non riesce a scalare la vetta e ci sono diversi problemi da risolvere. In tanti sono convinti che il Metaverso rappresenti un flop finanziario e a confermalo sono anche i documenti interni alla società Meta, citati dal Wall Street Journal. Eppure, sembrava che tutto fosse perfetto e invece bisogna rivedere target e strategie.
Zuckerberg continua a provarci e lo fa investendo anche sull’Intelligenza artificiale. A quanto pare Meta ha messo a punto il primo sistema di traduzione per lingue non scritte basato sull’Intelligenza Artificiale (AI). La società, come spiega perfettamente l’ANSA, ha lavorato sull’Hokkien, una delle lingue ufficiali di Taiwan, parlata dai cinesi emigrati, ma priva di una forma scritta standard. Meta ha fatto sapere che: “Raccogliere dati sufficienti è stato un ostacolo importate che ci si è presentato durante la creazione del sistema di traduzione, perché esistono pochi traduttori umani dall’inglese all’Hokkien e ciò complica la raccolta e l’annotazione dei dati per l’allenamento del modello. Abbiamo sfruttato il mandarino come lingua intermedia, un altro approccio per la generazione di dati ha previsto la codificazione di audio”. E ancora: “Per incoraggiare altri ricercatori a lavorare alla traduzione orale dell’Hokkien e fare insieme ulteriori progressi. Abbiamo in programma di utilizzare il nostro sistema di traduzione come parte di un traduttore vocale universale. Più del 40% delle oltre 7.000 lingue attualmente in uso sono principalmente orali e non hanno una forma scritta standard o un sistema di scrittura adottato su larga scala. La possibilità di parlare con persone in lingue diverse senza anni di studio alle spalle è un sogno di lunga data. Crediamo che la comunicazione orale possa aiutare a rimuovere le barriere e ad avvicinare le persone ovunque si trovino, anche nel Metaverso”.
Come se non bastasse “mala tempora currunt” anche per l’Intelligenza artificiale. Purtroppo, anche quanti hanno puntato tutto sull’Intelligenza artificiale devono fare i conti con le aziende.
Il Sole24 ha pubblicato un recente studio, condotto su un campione di circa 10 mila piccole, medie e grandi imprese, di cui si è occupato il giornalista Gianmatteo Nunziante.
Risulta che: “Il 43% di quelle aziende che ancora non utilizzano sistemi di IA (intelligenza artificiale) lo fanno per paura della responsabilità per danni prodotti dall’AI, che si configura quindi come la maggiore barriera esterna all’utilizzo della IA (fonte: Europeanenterprise survey on the use of technologies based on artificial intelligence, IPSOS, 2022)”.
Questo elemento evidenzia le problematiche di crescita di questo mercato. La Commissione Europea, il 28 settembre 2022, ha adottato una proposta di direttiva sull’adattamento delle norme in materia di responsabilità extra-contrattuale all’AI.
La speranza è che questa direttiva possa cambiare le sorti del mercato dell’Intelligenza artificiale. L’unico problema sono i tempi per applicarla e riuscire a conciliare tutto con le innovazioni già in atto e con i cambiamenti che avverranno in futuro.
Tutto questo ci fa comprendere che la strada da percorrere e ancora lunga. Il progresso tecnologico ha subito un’accelerazione straordinaria ed è diventato centrale e parte integrante del nostro quotidiano, che è in continua trasformazione. La complessità e le incognite di questo processo sono tutte da indagare. Il dato che oggi è però più evidente, è che mai come in questa fase, da cittadini siamo sempre più prodotto, le nostre vite, i nostri bit generano un business di proporzioni incredibili, abbiamo derogato la nostra privacy e parti delle nostre vite alle piattaforme tecnologiche in cambio della chimera che la tecnologia sia uno straordinario semplificatore e facilitatore.
Non che questo non sia vero, la tecnologia ha migliorato le nostre vite, ma non lo ha fatto gratis, abbiamo pagato e stiamo pagando un prezzo, sia che sia palese oppure no. In realtà non abbiamo considerato quanto siamo disposti a concedere di noi della nostra identità, che si trasforma in bit e dati, né tantomeno abbiamo compreso fino in fondo la portata di ciò che otteniamo, ci siamo “arresi” al potere dolce dell’algoritmo pensando di essere in grado di guidare il processo, ma la realtà dimostra l’esatto contrario. Gli interrogativi che rimangono aperti sono ancora tanti e riguardano soprattutto le nuove generazioni. Tantissimi giovani non hanno consapevolezza dei nuovi mezzi di comunicazione e non conoscono i rischi e i pericoli che si nascondono in rete. Non si rendono conto della “controllocrazia” a cui siamo sottoposti e cedono senza pensarci i loro dati, le loro informazioni o le loro immagini personali. I preadolescenti vanno guidati in questi nuovi universi virtuali che presentano aspetti poco conosciuti.
In attesa delle giuste soluzioni e di una corretta regolamentazione del Metaverso e dell’Intelligenza artificiale, godiamoci la nostra Nutella e il trionfo della Ferrero, azienda tutta italiana che ci rende orgogliosi nel mondo.