Il ristorante Extravergine cambia volto nasce Letrevi’, in cucina Paolo Romeo.
La scommessa dell’ imprenditrice Antonella Ruggeri che porta in cucina l’ex chef del Kajiki.
“Abbiamo scelto Paolo Romeo– spiega l’imprenditrice Antonella Ruggeri – perché è un messinese che crede nel suo territorio e si è voluto mettere in gioco nella sua città anziché portare le sue potenzialità fuori. Paolo a Messina ha le sue radici ed è qui che deve rimanere. Per questa ragione Letrevì gli darà la possibilità di esprimersi al meglio, dando lustro alla città”.
“Sono felice di ripartire dalla mia città – ha commentato Paolo Romeo componente della Chic ( Charming Italian Chef) – mi sono fatto apprezzare fuori dalla Sicilia, ho lavorato benissimo a Carpi e Genova. Ho colto quindi la proposta di entrare a far parte di questa nuova società imprenditoriale”
Antonella Ruggeri, che gestisce con successo altri rinomati locali in città, è certa di aver puntato sulla persona giusta e si è dichiarata entusiasta di iniziare questa nuova avventura gastronomica che non si limita solo alla ristorazione di qualità ma che punta anche al buon bere. A fianco del ristorante, infatti, è presente il cocktail bar dove si potranno gustare i cocktail del bartender Marco Romano: “La nostra idea– spiega il direttore responsabile del cocktail bar Gabriele Arcovito – è di proporci al mercato con un’offerta interessante. Oltre a un’ampia selezione di vini, abbiamo puntato su grandissima varietà di etichette di distillati e su una proposta culinaria in cui oltre ai taglieri di salumi e formaggi siciliani, si potranno gustare le sfiziose specialità dello chef dalle tapas di pesce crudo e cotto alla nuova pizza al padellino”.
Il nome “Letrevì” infatti non è stato scelto perchè il nuovo locale si affaccia appunto su tre vie, Garibaldi, I settembre e Cratemene, mentre il logo a tre punte richiama la Sicilia. “Nel nostro ristorante – ha spiegato ancora Antonella Ruggeri – vogliamo esaltare la Sicilia a tutto tondo, non solo in cucina. Negli arredi infatti si ritrovano forti richiami simbolici alla nostra terra, con ceramiche e teste di moro”.