CENA ECUMENICA DELLE DELEGAZIONI ITALIANE DELL’ACCADEMIA ITALIANA DELLA CUCINA. A MESSINA L’INCONTRO AL “TORO NERO”.

Della Calabria è ricordata la cottura della capra “ sotto terra” mentre in Sicilia viene citata la pecora “ vugghiuta”, cioè bollita e di Messina le braciole di carne e il Bollito ammollicato memoria di un’antica ricetta messinese “ canni vugghiuta e ‘rrustuta”, ormai proposta da rari ristoratori
Il 16 ottobre, le Delegazioni e Legazioni dell’Accademia italiana della Cucina, 227 in Italia e 91 all’estero con più di 7600 associati, hanno celebrato la Cena Ecumenica 2025 sul tema “Gli arrosti, gli umidi, i bolliti nella cucina della tradizione regionale”, scelto dal Centro Studi “Franco Marenghi” che è stato trattato, sia pure con sfumature diverse, in tutte le regioni italiane e che è approfondito nel XII volume della Biblioteca di Cultura Gastronomica appena pubblicato.
I profumi della cottura delle carni, arrosto, in umido o bollite con le verdure dell’orto, rimandano ai sapori di casa e il libro li ricorda tutti, insieme a quelli evocati dalle immagini di saporite preparazioni e di ingredienti semplici che si trasformano in piatti indimenticabili.
La cucina regionale, infatti, vive anche attraverso i suoi sapori, e molte sono le preparazioni, anche quasi sconosciute, perché tipiche di un territorio e che utilizzano gli animali dell’aia o gli ovicaprini della transumanza, i suini o le carni dei bovini dei pascoli montani. Oltre 130 le ricette che fanno da corredo all’approfondimento di storie di famiglie, di feste e di quotidianità scoprendo fatti, luoghi, curiosità, che lasciamo al lettore il piacere di condividere.
Tra le 130 ricette pubblicate, varie curiosità come quella di Galileo Galilei che amava il bollito, in particolare il gran bollito alla padovana, piatto tipico del Nord Italia che preferiva con le carni miste accompagnate da mostarda veneta, radicchio cotto e salse al pepe, con un generoso goccio di vino aggiunto durante la cottura.
Della Calabria è ricordata la cottura della capra “ sotto terra” mentre in Sicilia viene citata la pecora “ vugghiuta”, cioè bollita e di Messina le braciole di carne e il Bollito ammollicato memoria di un’antica ricetta messinese “ canni vugghiuta e ‘rrustuta”, ormai proposta da rari ristoratori che gioca il suo appeal su contrasti e consistenze: morbido dentro e croccante fuori; l’abbrustolito della carne grigliata e dolcezza di quella bollita.
Una volta l’anno, la Cena ecumenica, celebra il tema dell’anno oggetto non solo del menu ma anche degli interventi e dei contributi dei vari relatori, rappresentando un momento di arricchimento culturale, come hanno fatto gli Accademici di Messina che hanno degustato un menù che ha messo in risalto le tradizioni e la cultura del territorio peloritano, analizzandone anche le dimensioni etnostoriche.
Fondata da Orio Vergani nel 1953, col compito di salvaguardare, insieme alle tradizioni della cucina italiana, la cultura della civiltà della tavola, espressione viva e attiva dell’intero Paese, l’associazione si occupa della riscoperta delle caratteristiche nelle diverse regioni evidenziando che la cucina è una delle espressioni più profonde della cultura di un Paese, frutto della storia e della vita dei suoi abitanti. La Cena Ecumenica è una caratteristica esclusiva dell’Accademia nella quale tutte le Delegazioni si trovano spiritualmente uniti in un’unica cena che si compie nello stesso giorno, in tutto il mondo e nell’arco di 24 per sottolineare il valore non solo italiano, ma mondiale e quindi universale della Cucina Italiana.
L’appuntamento è la conclusione di un percorso che si collega al Piatto dell’Anno, ma soprattutto al volume su Gli Itinerari di Cultura Gastronomica, al quale tutte le Delegazioni, attraverso i Centri Studi territoriali Territoriali, danno i loro contributi culturali, ricordando le tradizioni locali, ricuperando le ricette, individuando i ristoranti custodi di tipicità.
